Ci voltiamo a una voce
o ad altro che le
somigli
come il sibilo del vento
le note di un violino
le grida di una gabbiana
alla luce dell’alba.
Ci voltiamo a una voce
per poterci fermare
esaminare la posizione
misurare la nostalgia
di quell’ultima piana
col metronomo del cuore.
Ci voltiamo a una voce
per non sentirci soli
incrociare lo sguardo
distratto del passante
convincendoci la mente
che quella è la strada.
Ci voltiamo a una voce
lo stesso senza udirla
(o estraneo a noi quel
timbro)
quel gesto come di
natura
sperandoci alle spalle
l’incitamento di Dio.
(da: Vocianti - 2010)
Nessun commento:
Posta un commento